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Dantès
Vissi d’Arte
Guida alla Mostra

L’essenza della mostra

Prendendo in prestito dalla “Tosca” del Maestro Giacomo Puccini il titolo di una delle sue più belle Arie, Dantès ha intrapreso un lungo e suggestivo viaggio fotografico in bianco e nero nella provincia lucchese, alla ricerca di arti e professioni che vedono impegnate grandi persone, Maestri indiscussi della propria arte.

Sono i loro occhi e il loro sguardo a lasciare il segno nello spettatore, è la frenesia delle loro mani – spesso immortalate volutamente in movimento dalla macchina del fotografo – a dominare molti degli scatti, mani candide e leggere, contrapposte a quelle vissute e scolpite dal tempo, ma tutte accomunate dalla perfezione di un gesto compiuto migliaia di volte.

Ed ecco che il reportage fotografico diventa un dialogo intimo e silenzioso tra fotografo e Maestro, un racconto antropologico in bianco e nero da cui si esce arricchiti emotivamente, tanto è diretto e coinvolgente.

Gli scatti di Dantès consentono di immergersi in ambienti reali, autentici e ricchi di dettagli, di ritrovarsi faccia a faccia con palcoscenici e piazze, laboratori e officine, botteghe e manifatture, campi e darsene; tutte fotografie effettuate rigorosamente senza l’ausilio di flash, luci supplementari, pannelli e assistenti. La fotografia nuda, viva, tangibile.

Dantès ancora una volta dà prova della sua abilità nel ritrarre soggetti e paesaggi da sempre sotto i nostri occhi, ma mostrandoceli con una visione del tutto personale, come se fossero una scoperta da nuovi punti di vista.

Non sempre le parole riescono a raccontare, sono allora le immagini a narrare.

 Sosteneva Henry Cartier Bresson che fare una fotografia vuol dire allineare testa, occhio e cuore e che essa deve contenere l’umanità del momento.

 Con questa serie di immagini Dantés esprime il suo desiderio di scoprire, il gusto di raccontare, la voglia di emozionare.

 Il suo è un percorso in un mondo affascinante, incantevole, quello di artisti e interpreti che creano arte, e di artigiani che molto spesso aggiungono un pregio estetico alle loro creazioni, pregio che trascende dal loro semplice utilizzo.

 Quando un artigiano si spinge oltre la semplice creazione di un oggetto e nel suo mestiere subentrano creatività e visione, il prodotto del suo lavoro diventa una vera e propria opera d’arte.

 Sono presenti in questa emozionante raccolta anche contadini, allevatori, pescatori che della coltivazione della terra, della pastorizia, della pesca hanno fatto un’arte.

In questo racconto per immagini protagonisti sono donne e uomini, con i volti concentrati, le espressioni partecipi, le posture e le movenze dinamiche e appropriate, le mani con i loro gesti fini e precisi che esprimono la passione, il trasporto, la dedizione, l’entusiasmo con cui si dedicano alle loro attività, alcune delle quali rischiano di scomparire.

 Dantés si è introdotto silenziosamente in teatri, botteghe, laboratori immortalando donne e uomini che sanno creare dal nulla con cura e attenzione e forse al mondo non c’è niente che possa dare una soddisfazione maggiore.

 Cura, attenzione, ispirazione che ritroviamo nelle fotografie di Dantés, immagini in bianco e nero che esaltano l’essenzialità, l’autenticità, la veridicità del racconto.

Raffele Domenici

“L’Arte della Musica …la danza”
Frida Vanini – ballerina

Frida è un’artista a tutto tondo alternando la pittura, sua grande passione, con la danza. La foto la ritrae nella splendida cornice di Villa Reale a Marlia (Lu) con il corpo di ballo “Les Ethérés”: L’impulso estremo di voler trasmettere ed esprimere sentimento, racconto, evoluzione spirituale, ha dato vita a questa espressione di danza con l’ausilio di luci suggestive, eteree o colorate, che coronano e accompagnano i “viaggi nel tempo e nello spazio” di queste ballerine, che hanno il compito, non solo di eseguire coreografie ben organizzate, ma di far parlare l’aria che le circondano, di trasmettere messaggi arrivando al cuore delle persone, fino a toccare l’Anima. Ogni coreografia, ogni colore, ogni espressione è costruita per raccontare avvenimenti, storie, poesie e trasmettere tutto e anche di più, fino a far sì che gli spettatori si sentano coinvolti in quel vortice di energie, che si forma tutto intorno ogni qualvolta questa compagnia si esibisce. È come una magia che coinvolge tutti, grandi e piccoli, una forza misteriosa che rimane a lungo nei cuori e nelle menti delle persone, lasciando una scia di buono, di forte e di delicato, che ti accompagna e non ti lascia mai, fino al prossimo incontro.

“L’Arte della Musica”
Beatrice Venezi – Direttore d’Orchestra

Direttore d’orchestra, pianista e compositrice lucchese. È una delle poche donne a dirigere orchestre e artisti di livello internazionale nei teatri di tutto il mondo. Si diploma in pianoforte a Siena nel 2010, frequentando alcune masterclass d’interpretazione pianistica e successivamente in direzione d’orchestra al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Nel 2017 è stata segnalata dal Corriere della Sera fra le cinquanta donne più creative dell’anno. L’anno successivo è stata selezionata dalla rivista Forbes Italia fra i cento leaders del futuro under 30.

“L’Arte della Musica”
l’EstrOrchestra di Lucca
dirige – Beatrice Venezi – Teatro dei Giglio di Lucca.

Le prove per il concerto lirico sinfonico della serata in beneficenza a favore della neo associazione Parkinson Lucca E.T.S del 18 giugno 2022. Sul palco le note di Bizet, Giordano, Rossini e Verdi magistralmente eseguite dai musicisti dell’Associazione musicale e culturale ESTRORCHESTRA di Lucca diretti da Beatrice Venezi. Sono l’energia e la passione di questi giovani a distinguere il gruppo.

L’Arte della Musica
Fabio Piagentini – Liutaio
Fabio Piagentini è un liutaio con bottega artigiana dentro le mura della città di Lucca, in pieno centro storico. Svolge questo mestiere dall’inizio del nuovo millennio, dopo aver frequentato la scuola internazionale per liutai di Cremona. Dalle sue mani escono viole, violoncelli e soprattutto violini. Per i suoi pregiati strumenti sceglie la materia prima personalmente (abete rosso della Val di Fiemme e acero dei Balcani).
La realizzazione di un violino richiede circa un mese e mezzo di lavoro, una viola o un violoncello anche tre mesi.

“L’Arte della Musica”
Mario Mazzei – Accordatore di Pianoforti –

Mazzei Mario, classe 1951, è accordatore di pianoforti in Lucca fin dal 1978. Una grande passione anche per il restauro di questi strumenti, tanto da diventare una vera autorità e un punto di riferimento. Di per sé l’accordatura richiede dalle due alle tre ore, ma un restauro, specialmente se trattasi di strumento d’epoca, anche dei mesi. Mario ha avuto l’onore di portare a nuova vita un “pianino melodico ad aghi – Racca” appartenuto a Giovanni Pascoli e ascoltato con questi dal grande Maestro Giacomo Puccini. Tale strumento è tuttora conservato nel museo Pascoli di Castelvecchio (Barga). Il suo restauro ha richiesto circa un anno di lavoro.

Il laboratorio di Mario Mazzei
così come la sua casa, è una miniera di meraviglie tutte auto-costruite. Nulla è casuale. Tutto ha uno scopo e una funzione ben precisa: dal sistema di chiusura meccanico della porta, alla mobilia, per finire agli strumenti da lavoro.
La foto lo vede avvolto tra i “martelletti” dei pianoforti che lui stesso crea, perfeziona e utilizza per le riparazioni.
…quando ho lasciato il suo laboratorio, mi è rimasto il sarcastico dubbio se le due vecchie chitarre appese al soffitto non facciano parte di un sistema antifurto “attivo” e, conoscendo Mario, le probabilità che sia effettivamente così sono molto alte, …ma non ho osato chiedere.

“L’Arte della Musica”
Enrico Barsanti – Organaro –

Enrico Barsanti da Bagni di Lucca (Lu) è un organaro, cioè un riparatore e accordatore di questi splendidi strumenti. Laureato al conservatorio in organo e composizione, da circa dieci anni gira l’Italia ma anche l’estero per riparare e accordare gli organi più prestigiosi. Nelle foto l’organo monumentale risalente all’anno 1602, costruito dal veneziano Vincenzo Colonna, situato nella Pieve di S. Michele di Corsanico. Questo meraviglioso strumento destinato alla Chiesa di San Francesco a Lucca costò all’epoca 380 scudi d’oro (rapportando il valore dell’oro alla valutazione attuale, costò circa 42.000 Euro) . Successivamente, è stato poi acquistato a un’asta pubblica dal comitato paesano di Corsanico nel 1885 e pagato 1.015 lire. Come si direbbe “un buon affare”.

“L’Arte della Musica”
Alessio Grilli – Riparatore Strumenti a fiato

Alessio è un riparatore di strumenti a fiato e ottoni con bottega artigiana a Capezzano (Lu). Dopo un diploma al conservatorio di Lucca e un glorioso passato di trombettista, dove vanta collaborazioni con musicisti e band di importanza nazionale, dal 2005, dopo aver frequentato una specifica scuola di formazione a Udine, si dedica completamente alla riparazione di questi strumenti. La riparazione di strumenti come quelli delle foto, di norma, richiede circa quattro o cinque ore di lavoro, ma ovviamente tutto dipende dal tipo di intervento richiesto. Ricorda Alessio che la riparazione di un “basso tuba” richiese circa venti ore di lavoro.

“L’Arte della Musica”
Giuseppe Marino Bertolani – Compositore
Vive a Massarosa (Lu) dove fa il compositore praticamente da una vita. Ha studiato pianoforte, clarinetto e composizione al conservatorio prima di Lucca poi di Firenze. Scrive musica classica destinata a duetti, quartetti, orchestre e bande in generale. Alcune sue musiche sono state eseguite anche all’estero. Giuseppe mi ha confidato che negli anni 60/70 per sbarcare il lunario scriveva anche brani di musica leggere e da ballo destinati alle band e musicisti che si esibivano in molti locali della Versilia.

“L’Arte della Musica”
Luciano Filippi – In Arte Gildo dei Fantardi – Cantastorie

A Gildo hanno dedicato una citazione anche la Treccani e Wikipedia. Stiamo parlando di Gildo dei Fantardi, al secolo Luciano Filippi, che nel 2022 ha festeggiato cinquantacinque anni di carriera. Cantastorie, menestrello, cantautore e attore, è sulla scena dal 1967, da quando ha iniziato a interpretare le canzoni popolari, accompagnato alla fisarmonica da Gaetano Craparo. Poi tanto cabaret, partecipazioni a trasmissioni televisive e radiofoniche, qualche piccola parte in diversi film e molto altro ancora. Le qualità che mi hanno personalmente toccato di questo grande artista sono la semplicità, la disponibilità e l’amore per gli altri. Ma cosa significa “Fantardi” ? Quando ho posto la domanda a Gildo, mi aspettavo una risposta scontata, qualcosa riconducibile ai menestrelli del medioevo. “Fantardi? perché la sera si andava a suonare per locali e si faceva sempre tardi!”.

“L’Arte della Barba”
Andrea Cottone – Barbiere

Dopo un apprendistato in Italia e all’estero, da circa dieci anni, Andrea esercita in Lucca con una delle botteghe di barberia più affermate e caratteristiche della Toscana: BisB, The barber is back. Le tecniche di taglio di capelli e barba e la maestrie nell’affilatura su pietre naturali degli antichi rasoi, sono due delle artigianalità nelle mani di Andrea che utilizza solamente rasoi a lama fissa forgiati da maestri artigiani nel 1800 e 1900. Questi pregiati strumenti hanno un particolare, rispetto della pelle; inoltre, il rasoio viene scelto in base alla barba e alla pelle del cliente. Questi sono i presupposti per eseguire una rasatura sartoriale. Una barba come quella di Andrea Scannerini, cliente proveniente dalla vicina provincia di Pistoia, richiede circa un lavoro di quarantacinque minuti, mentre, abbinata con il taglio capelli, il doppio.

“L’Arte della Sartoria”
Vittoriano Bertozzi – Sarto

Vittoriano fa il sarto dal 1955. Apprende il mestiere presso l’Istituto degli Artigianelli di Lucca. Un’infanzia non facile ma tanta determinazione, fino a diventare un bravo e affermato sarto con clientela di alta classe. Inizialmente apre una sartoria nella centralissima Via Fillungo di Lucca per poi spostarsi, dal 1988, nel quartiere San Concordio. La simpatia e l’eleganza di quest’uomo, ma soprattutto la storia della sua infanzia, mi ha conquistato andando dritto al cuore. Un signore d’altri tempi!

“L’Arte della Pelle”
Jenny Giusti e Alessandro Capone – Pellettieri

Ale e Jenny hanno fatto di una passione, un’arte. Con la loro bottega artigiana in centro storico a Lucca realizzano calzature ed oggetti di pelletteria di pregiata fattezza destinati sia alla clientela locale sia a quella fuori regione e persino estera. Alessandro e Jenny scelgono personalmente il pellame di qualità. La realizzazione di un paio di scarpe di questo livello richiede anche quindici giorni di lavoro.
Alessandro, dopo un passato come modello e finalista di una delle prime edizioni del “Grande Fratello”, sfruttando quanto imparato da un amico e socio nella creazione di scarpe ortopediche (dove precisione e qualità devono essere assolute), si mette in proprio, disegnando e realizzando una nuova linea di calzature alla moda uniche e di straordinaria qualità.

“L’Arte del Cappello”
Tiziana Micheli – Cappellaia

Tiziana fa questo mestiere da circa ventotto anni, e il cappellificio “Mida” di Ponte a Moriano, dove lavora è del padre Giancarlo che ne condivide la proprietà con altro socio. La produzione di cappelli e berretti è artigianale e sono esportati in tutta l’Europa. La realizzazione completa di un cappello può richiedere anche un’ora di lavoro, considerati tutti i passaggi. La materia prima proviene quasi tutta da Prato, famosa città Toscana del tessile. I materiali maggiormente utilizzati sono il cotone, il lino, la canapa e la lana. Recentemente hanno lanciato una nuova linea di cappelli realizzati con i sacchi di tela di juta che in origine contenevano il caffè proveniente dal Brasile. La situazione curiosa era che in fase di trasformazione del sacco in cappello, si poteva rinvenire ancora qualche chicco di caffè intrappolato in qualche angolo nascosto.

L’Arte del Tempo
Francesco Marsili – Orologiaio

Conosciuto da tutti a Lucca come “Lancetta”, è un orologiaio vecchia maniera con bottega in pieno centro storico, nella mondana Via Fillungo.Impara il mestiere nel 1967, all’età di sol dodici anni, iniziando a frequentare le botteghe di maestri orologiai lucchesi.Conosce ogni minimo dettaglio di qualsiasi orologio che gli viene mostrato, dai più antichi ai più moderni: è una miniera di informazioni.Riparare un antico e prezioso orologio in ceramica, come quello della foto, può richiedere anche diversi giorni di lavoro.

“L’Arte dell’Argenteria”
Angelo Ramacciotti – Argentiere

Angelo è un argentiere con bottega ai piedi della cattedrale di San Martino in Lucca. La bottega esiste dal 1791. Da tale data il mestiere di argentiere si è custodito nel ristretto ambito familiare trasmettendosi di padre in figlio attraverso una pratica che inizia fin dagli anni della giovinezza. Angelo apprende e pratica questa antica e preziosa arte, dagli inizi del nuovo millennio, con gli zii Nello e Cesare Giovacchini da Lucca. Per lo più si tratta di lavori di arte sacra, ma anche oggettistica in argento. La straordinarietà di questi artigiani è che in molte occasioni progettano loro direttamente il lavoro commissionato, realizzando da zero disegni e modelli. La realizzazione di tre particolari ampolle in argento, destinate a contenere gli oli santi, hanno richiesto un lavoro di circa sei mesi.

L’Arte Orafa       
Gino Barsotti – Orafo

Gino svolge questa atività dal 1974 quando, all’età di soli 15 anni ha iniziato a lavoare in un ex laboratorio storico della città di Lucca per poi fondare, nel 1982, con l’attuale socio Pedonesi Pierluigi, la botega orafa “Oro-Lucca” in pieno centro storico.
I due soci vi lavorano con i figli Francesco, Andrea e Giacomo effettuando riparazioni e realizzando anche da zero gioielli di pregio per oreficerie, privati enti eclesiastici ed associazioni, con la tecnica della “fusione a cera persa”.
La loro clientela è prevalentemente regionale.

“L’Arte della Fusione”
Giovanna Bianucci – Formatrice

L’arte della formatura è un naturale ausilio del lavoro degli scultori, ma anche delle fonderie, dei ceramisti e dei laboratori di marmo. Giovanna, che ne è l’interprete più apprezzato, si è formata sia come scultrice sia come collaboratrice presso altri laboratori di marmo della zona. Dopo una lunga collaborazione, dal 1978 al 1996, con la scultrice Roberta Giovannini e dopo un’esperienza a Singapore per il restauro dei monumenti storici del governo francese del ” Convent of the Holy Infant Jesus”, attualmente collabora con la Fonderia Artistica Versiliese di Pietrasanta, (dove l’ho fotografata). Giovanna collabora ed ha collaborato con grandi artisti: Maria Gamundi, Martin Foot, Eppe De Haan, Gunther Stilling, Giuseppe Bergomi; per le sculture di quest’ultimo è sempre stata lei a realizzarne le forme. Ha partecipato a molte mostre personali di scultura.

“L’Arte della Fusione”
Adolfo Agolini – Modellatore di Fonderia

La cittadina di Pietrasanta (Lu) è considerata “La Piccola Atene” a seguito della concentrazione di fonderie e laboratori del marmo che producono le opere di molti artisti internazionali e dove la parola d’ordine è ancora oggi “manualità”. Adolfo è il titolare della fonderia Mariani, dove si fa artigianato da oltre sessantacinque anni, dall’idea alla forma, dalla produzione alla conservazione. Nelle foto si vede prima la fusione poi l’assemblaggio di una statua di Fernando Botero dal titolo provvisorio, così come datogli dagli operai della fonderia “Riposo di donna”. Un lavoro del genere, di queste dimensioni, richiede circa quattro mesi di lavoro. Invece, un monumento destinato alla Danimarca, dell’artista danese Peter Brandes, realizzato qualche anno fa, ne ha richiesti circa dodici di mesi. Le leghe usate per le loro fusioni hanno una personale formula che ogni fonderia si tiene stretta e ottenuta con anni di sperimentazione e conoscenza della materia come pochi. La fonderia Mariani lavora con tutto il mondo e con tantissimi artisti famosi: Fernando Botero, Gustavo Aceves, Giuliano Vangi, Kirsten Ortwed, Bjoern Noergaard, Karen La Monte, Dashi Namdakov, Milo Manara, Igor Mitoraj, Daphne Dubarry, Peter Brandes …e molti altri.

“L’Arte della Scultura”
Francesco Federici
Angelo Federici – Scultori del marmo
La cittadina di Pietrasanta (Lu) è anche chiamata, non a caso, “La Piccola Atene” a seguito della concentrazione di laboratori di scultura del marmo, mosaicisti e fonderie. Il laboratorio di Francesco e di suo figlio Angelo è uno dei pochi dove tutto si fa ancora a mano: scalpello, mazzolo e lime. Angelo pratica questo mestiere dal 1982 mentre il padre dal 1956. Un lavoro come quello della foto richiede circa quattro mesi di lavoro con circa settecento ore dedicate. Il lavoro più lungo che hanno realizzato, destinato alla città di Londra, ne ha richiesti dodici di mesi con circa milleottocento ore di lavoro. La materia prima è il marmo di Carrara, di Seravezza e quello di Vagli (Lu); quest’ultimo si distingue dagli altri per una maggiore durezza e un bianco più intenso. La clientela è nazionale e internazionale, maggiormente negli Stati Uniti.

“L’Arte Musiva”
Chiara Santillo – Mosaicista

Chiara lavora da oltre quindici anni presso uno dei più apprezzati e rinomati mosaicisti d’Italia e della Toscana e precisamente nella città dell’arte di Pietrasanta (Lu) presso “Poli Mosaici”. Il mosaico della foto, che è solo una parte di quello definitivo, è destinato alla “Saint Paul Greek Orthodox Church” di Irvine in California – U.S.A. e misurerà 8×3 metri. La sua realizzazione vede impegnate abitualmente quattro o cinque persone per diversi mesi di lavoro. I piccoli tasselli che compongono il mosaico sono smalti vitrei, provenienti dalle fornaci veneziane. I mosaici Poli lavorano in tutto il mondo ma principalmente negli Stati Uniti d’America.

“L’Arte della Pittura”
Giampaolo Bianchi – Pittore

Pittore autodidatta lucchese, Giampaolo, a tutt’oggi, ha dedicato sessantuno anni della sua vita alla pittura. Conosciuto e apprezzato sia in Italia sia all’estero, con esposizioni in Francia, Spagna, Asia, Bahrain, Stati Uniti, etc. Ha realizzato opere destinate a mostre e gallerie prestigiose contribuendo a scrivere pagine importanti dell’arte italiana e toscana in particolare. Ha conosciuto e condiviso scambi culturali con pittori come Gottuso, Vespignani, Cantatore, Cassinari, Riccardo Tommasi Ferroni e, presso la Galleria Contini di Venezia, ha esposto con Pablo Picasso e Salvador Dalì. Nel 1980 ha realizzato il Primo Piatto Limoges della La.pa.sca. La Galleria Sistina di Roma ha realizzato un documentario su di lui: “Giampaolo Bianchi, quest’amore” proiettato nel Padiglione della F.A.O. di Roma, prodotto e distribuito in U.S.A.

“L’Arte del Fumetto”
Simone Bianchi – Fumettista illustratore

Dopo aver frequentato il liceo artistico e successivamente l’accademia delle belle arti, Simone si dedica da circa trentacinque anni alla sua grande passione, l’Illustrazione e la pittura, vantando anche un passato di insegnante d’arte. È conosciuto a livello internazionale per i suoi lavori nell’ambito del fumetto Americano. Maestro della Comic Art contemporanea, si distingue per il suo stile pittorico ricco e dettagliato. Negli Stati Uniti ha collaborato prima con DC Comics e poi in esclusiva con Marvel per più di un decennio, creando diversi albi e copertine di famose testate, tra cui Wolverine, X-Men, Thor, Thanos, Spider-Man e Star Wars. Attualmente collabora con Netflix.

“L’Arte del Fumetto”
David Bigotti – designer, Illustratore, fumettista

Da tutti conosciuto come “Bigo”, David è un designer lucchese, figlio dei meravigliosi anni ’80 e dell’imprinting di Goldrake & Co. Ha frequentato da prima il liceo artistico di Lucca per poi laurearsi in disegno industriale presso la facoltà di architettura di Firenze. Di giorno disegna e segue la realizzazione degli interni di mega yacht per un cantiere navale di Viareggio, mentre dedica le notti alla grande passione per le arti grafiche, dando vita a illustrazioni, personaggi e strisce a fumetti, ritagliandosi uno spazio importante nel mondo del fumetto. “IL BOSONE”, supereroe “made in Lucca,” è Il suo cavallo di battaglia: un personaggio che veglia sull’umanità dalla notte dei tempi, anticipando e presenziando ogni evento fondamentale della storia. Ogni tela bosonica richiede il lavoro di circa un paio d’ore di tempo. Sono molti i personaggi famosi che possono vantar di possedere la loro tela personalizzata, tra loro: Giuseppe Tornatore, Max Pezzali, Ficarra & Picone, Leonardo Pieraccioni, Gianna Nannini, Vinicio Capossela, Giorgio Panariello, Francesco Lancia, PIF e Dantès… pur non famoso, non potevo sottrarmi alla matita di David.
Ha realizzato manifesti per diversi eventi vantando partecipazioni anche al Lucca Comics&Games.

L’Arte della Stampa  
Costante Martinucci – Tipografo

Costante è un’istituzione a Lucca per quanto riguarda la stampa tipografica artigianale. Fa questo mestiere da 61 anni, praticamente dall’età di 15 anni, imparando il mestiere all’inizio degli anni ’60, in una tipografia del centro storico, per poi mettersi in proprio, nel 1987.
A Lucca negli anni 60/70 le piccole tipografie artigianali erano ventitré e quasi tutte all’interno della cerchia muraria, in pieno centro storico.
Via Santa Giustina, ad esempio, ne contava ben quattro.
Una curiosità:
La macchina tipografica della fotografia è una “Heidelberg” della Schnell pressen fabrik AG Germany” del 1960, da allora non ha mai smesso di funzionare arrivando qualitativamente dove altre più moderne non arrivano, come ad esempio la fustellatura e stampa a caldo per ottenere scritte color oro o argento. 

L’Arte della Fotografia 
Lucio Ghilardi – Fotografo

Lucio è considerato un grande fotografo e memoria storica della città di Lucca. Eredita l’attività dal padre Eugenio che affiancava sin dal 1982. Le sue fotografie, con quelle del padre, hanno raccontato oltre 90 anni di vita di Lucca, ed alcune sono diventate icone e simboli della città stessa in tutto il mondo. Ha realizzato libri, mostre e attività straordinarie mettendo in mostra non solo grandi doti tecniche ma anche molta sensibilità e disponibilità verso gli altri. La sua grande passione per la natura e gli animali in generale, l’ha portato a realizzare, nel 2018, un singolare reportage: “Le mura e i suoi animali” offrendo uno scorcio del tutto inedito di quanti animali, vivono sulle mura di Lucca.

“L’Arte del Gesso”
Simone Fiori – Figurinaio

Simone svolge questa professione dal 1996, avendola ereditata dal padre Pierangelo. Ma anche il nonno Fedele e il bisnonno Carmelo erano figurinai fin dal 1879. Il bisnonno metteva in valigia il suo campionario e lo vendeva in America. Per realizzare un lavoro, come quello delle foto, Simone impiega circa due giorni di lavoro, mentre per statue più grandi, ad altezza d’uomo, necessita circa una settimana. Per essere pronta, dipinta e invecchiata, una statuina viene presa in mano da quaranta a cinquanta volte, in media. La materia prima è il “gesso alabastrino” e la produzione è eseguita artigianalmente, dalla colata del gesso, fino alla decorazione a pennello. La vendita si è sviluppata negli anni in tutta Italia, in Europa e nel resto del mondo con presepi posseduti da personaggi famosi come Papa Giovanni Paolo II, la Regina Madre Elisabetta d’Inghilterra e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dal 2009 un presepe dell’Arte Barsanti è esposto all’International Nativity Museum World Cribs di Betlemme.
Una curiosità:
I primi figurinai che portavano i loro prodotti in America destavano molta curiosità, soprattutto tra i bambini che, vedendo le statuette colorate dei presepi, gridavano alle loro mamme: “Mom looks” (Mamma guarda). I venditori, conoscendo poco la lingua, interpretavano quelle parole come “Mammalucco” riferito alla loro professione. Per questo motivo, così vengono anche chiamati i figurinai di Bagni di Lucca.

“L’Arte del Carnevale”
Marzia Etna – Carrista

Marzia, dalla metà degli anni ottanta è interrottamente nel giro della cartapesta viareggina, in quello che è considerato, insieme a Venezia, il carnevale più famoso d’Italia. Una delle poche donne che lavora nel mondo del carnevale, artisticamente la più longeva, circa trentasei anni di onorata carriera con numerosissimi premi vinti. Talmente attaccata a questo lavoro che nel 1995, mai si sarebbe sognata di perdersi questa edizione del carnevale, nonostante fosse al termine della sua gravidanza …infatti il 14 febbraio partorisce Matteo, praticamente in pieno carnevale versiliese. Matteo (Lamanuzzi) non poteva nascere sotto migliore auspicio: sarà lui l’ideatore dei temi che hanno ispirato i carri realizzati in questi ultimi anni. Nella foto il modellino e un particolare del carro 2022 “La regina del potere”: la costruzione è una rilettura della famosa saga del Trono di Spade attraverso una satira politica internazionale. Un carro del genere richiede da sei a sette mesi circa di lavoro.

L’Arte del Carbone”
Luigi Massei – Arturo Massei – Carbonai

Luigi ha cominciato questo lavoro a Pescaglia, nel dopoguerra, sulle orme del bisnonno. Ora lo ha insegnato al figlio Arturo e al nipote Fabio. Nella foto a tutta pagina si possono notare le tre carbonaie, nelle tre fasi principali:
– preparazione della carbonaia disponendo il legname;
– copertura del legname con erba e terra e successiva accensione;
– la “scarbonatura” quando, tolta la terra, si recupera il carbone.
Questo è uno dei mestieri più antichi che ha caratterizzato nei secoli scorsi la storia di tutta la valle del Serchio. Nel passato, il carbone serviva per azionare i motori, fare il fuoco ad alta temperatura per lavorare il ferro e alimentava anche le stufe casalinghe per cucinare.

“L’Arte del Ferro”
Carlo Galgani – Fabbro
Carlo Galgani è conosciuto come “il fabbro di Codogna di Pescaglia”, è l’ultimo di una lunga discendenza di fabbri che risale, pensate un po’, al 1500. Ha imparato e messo in pratica il mestiere praticato dal padre e dal nonno all’età di soli otto anni. Nella sua officina tutto è generato dalla forza motrice dell’acqua sapientemente imbrigliata: dall’aria che soffia nelle fucine, all’energia elettrica destinata alle poche luci che illuminano l’ambiente, per non parlare poi dei magli che generano la loro forza dirompente, solo grazie a complicati meccanismi creati da lui stesso. Il ferro che lavora Carlo per la realizzazione di strumenti agricoli, coltelli e accessori vari è per la maggior parte riciclato da scarti dell’industria: balestre di auto, scarti di binari del tremo etc. Nella foto la lavorazione di parte di un tubo in ferro per realizzarne, una volta diviso e steso, due “Testi per necci”, famoso dolce lucchese fatto con ricotta e farina di castagne.

“L’Arte della Mascalcia”
Leonardo Masini – Maniscalco

Leonardo esercita questa attività da circa dieci anni, dopo aver frequentato la scuola militare di mascalcia di Grosseto. Ogni cavallo ha i suoi ferri, e individuare e adattare a caldo o a freddo quelli giusti richiede tanta esperienza e professionalità. Questo lavoro prevede un grande sforzo fisico, dovendo stare per ore piegato sulle zampe di questi meravigliosi animali; inoltre, deve riconoscere i loro stati d’animo, le loro andature e i loro “appiombi” per realizzare una ferratura che tenga conto della conformazione individuale dell’animale. Leonardo esercita la sua professione a Tassignano di Capannori, presso un centro ippico privato.

“L’Arte dello Sport”
Roberto Lencioni – Cicloriparatore bici d’epoca
Roberto, noto alle cronache ciclistiche come il Carube, è uno dei pochi grandi meccanici che hanno fatto la storia del ciclismo mondiale. Una caduta dalla moto gli spezzò il sogno di diventare un ciclista professionista, da qui la metamorfosi in grande tecnico capace di registrare le bici in corsa. Pazzesco! Attualmente è considerato uno dei massimi esperti mondiali di bici d’epoca, le così dette “Bici Eroiche”, con contatti da tutto il mondo. Ha militato in squadre di spessore mondiale ed è stato meccanico di grandi campioni: Cipollini, Fondriest, Visentini, Martinelli, Maertens, Argentin, Gotti, Bertoglio, Vandi, Ballerini, Basso, Bitossi e tanti altri, alcuni dei quali hanno vinto anche i campionati del mondo. Carube era legatissimo al compianto ex Ct della nazionale Alfredo Martini.
La sua officina. Ho avuto il previlegio di mettere piede e occhio fotografico in questo luogo sacro, riservato ora solo per pochi intimi. In due parole: semplicemente meravigliosa. Il “Caos Ordinato”, come lo chiamo io, dove è possibile orientarsi solo se sei il “Carube”.

“L’Arte dell’Intreccio”
Gino Mei –
Pierluigi Mei – Corbellai
Gino è conosciuto da tutti come “il corbellaio di Ruota”. Impara il mestiere negli anni ’50 da un artigiano della vicina Buti (Pi) per poi trasmetterlo al figlio Pierluigi che lo affianca tuttora in questa particolare arte dell’intreccio. Realizzano ceste per la legna, per i funghi, per il giardino e per moltissime altre necessità. Utilizzano prevalentemente legno di castagno che Gino e Pierluigi preparano sapientemente attraverso un complesso procedimento: Il legno viene lasciato in acqua piovana per un certo periodo di tempo per ottenerne la elasticità, poi passato in un apposito forno a legna, dove, a causa del vapore prodotto, si ottiene una maggiore lavorabilità ed elasticità e da ultimo viene diviso in sottili sfoglie e lamine attraverso un procedimento chiamato “schiappatura”. Da queste lamine si inizia, partendo dal fondo, la costruzione del corbello oppure della cesta.

L’Arte dell’Intreccio
Gino Mei – Corbellaio

Il meraviglioso sorriso di Gino, apprezzabile soprattutto nella foto con il suo fedelissimo cagnolino Ivan, nasconde un piccolo aneddoto:
Durante le riprese fotografiche, nello spiegarmi i vari passaggi della realizzazione del corbello, arrivato alla così detta “schiappatura”, cioè alla suddivisione in sfoglie e lamine del legno, mi indica la sua bocca facendomi  notare i suoi incisivi, consumati a scalare e in modo anomalo, per poi spiegarmi che ciò era dovuto al fatto che molti anni fa, non esistendo ancora un utensile specifico per tale lavoro, la suddivisione delle lamine di castagno la faceva con la bocca, utilizzando proprio quei denti.

“L’Arte dell’Intreccio”
Roberto Forgiarini – Impagliatore

Roberto impaglia sedie con straordinaria maestria dal 1978, dopo un passato da falegname e dopo averne appreso la tecnica da un’anziana signora.
Per rivestire una sedia, come quella della foto, Roberto impiega da tre a quattro ore circa e utilizza un particolare tipo di cannuccia proveniente dal Padule di Fucecchio (Fi), chiamata “Sarello”.
La sua bottega è un concentrato di meraviglie; appese alle pareti si vedono informazioni utile per il suo lavoro, ricordi del passato, articoli di giornale, ai quali tiene in modo particolare, ma soprattutto attrezzi e utensili per il suo lavoro. Fotografarla è stato come fare un salto nel passato.

“L’Arte della Terra”
Casa Bertolini – 2022 Giuncugnano

In alta Garfagnana non è difficile trovare il granoturco ad asciugare, al tiepido sole autunnale. Siamo nel comune di Giuncugnano, posto ad un’altitudine di 880 metri s.l.m., è il più alto della provincia di Lucca. Il suo territorio è caratterizzato da grandi selve di castagno e ampie vallate adibite sia al pascolo del bestiame sia a piccole coltivazione di granoturco e farro. Nella foto la vista della dorsale delle Alpi Apuane che sono una catena montuosa situata nel nord-ovest della Toscana, fotografata dal terrazzo dell’abitazione di Bertolini Marino e Lunardi Silvana dove mi raccontava quest’ultima, è comune trovare ad asciugare il frumento, il mais, noci, castagne ed altri prodotti della terra, esattamente come si fa da moltissime generazioni.

“L’Arte della Terra”
Bertolini Renato –
Delma Danti – Contadini
I cugini Delma e Renato dall’età di sette anni, seguendo le orme dei propri antenati, sono attenti conoscitori della terra che coltivano e che abitano da una vita. Siamo a Magliano nel comune di Sillano Giuncugnano (Lu) in alta Garfagnana dove il farro è un’istituzione. Il farro della Garfagnana (biologico per natura) è prodotto dalla popolazione locale ed è coltivato su piccoli appezzamenti, in una fascia altimetrica fra i 300 e i 1.000 m. slm, senza l’impiego di concimi chimici, fitofarmaci e diserbanti: data l’elevata rusticità della pianta, coltivata con la tecnica tradizionale, risulta di fatto un prodotto biologico in quanto non attaccato da parassiti. Normalmente, la trebbiatura viene effettuata con apposite macchine, ma in piccoli angoli, meno accessibili, è richiesta ancora la mano dell’uomo. Nella foto un piccolo campo di circa 5.000 Mq renderà circa 6/7 quitali di pregiato farro della Garfagnana. Il giorno delle riprese fotografiche ho raccolto la triste testimonianza di un agricoltore al quale i cinghiali, in una sola notte, hanno completamente divorato il raccolto di un intero campo di farro.

L’Arte della Terra
Meri Pieri – Contadina
Meri, conosciuta a Barga (Lu) come “Meri dei Troni” è una donna straordinaria: dinamica, forte, allegra, disponibile, innamorata della sua terra e dei suoi animali ottenendo in cambio di tanta devozione, i lori preziosi frutti. Fa la contadina sin dalla tenera età e si sposa a 17 anni.  
Si alza alle prime luci dell’alba e con la sua “Ape”, dopo averla caricata all’inverosimile di balle di fieno, raggiunge la terra che possiede da una vita e dove vi coltiva farro, uva, noci, castagne, fieno per i sui animali, ortaggi dell’orto e quant’altro la terra può offrire.

“L’Arte della Terra”
Maria Maffei – Vassoiatrice

Una vita passata a Pariana di Vialla Basilica a “vassoiare” le castagne, dopo la battitura e prima della macinazione. Si tratta di eliminare con sorprendente abilità, a colpi e giravolte della “vassoia”, il “ventulacchio” e tutte le altre imperfezioni. Ha iniziato a farlo da quando aveva solo tredici anni. Abilità tramandata da madre in figlia per generazioni. Tale lavoro, all’epoca, era considerato prettamente femminile per il semplice motivo che per farlo, come già detto, servivano pazienza e molta abilità. Maria, in un’ora, riusciva a pulire 50 Kg di castagne. La paga negli anni ’70 era di 1.000 lire al giorno. Ha continuato questo lavoro fino alla fine degli anni ’90. Nel 2022, data a cui si riferisce la foto, Maria ha mantenuto tutta la sua abilità e destrezza insegnando anche ad alcuni giovani del paese. Oltre che alle castagne, che era un lavoro stagionale, trasportava con un apposito cesto posizionato sulla testa e che arrivava a pesare anche 50 Kg, la paglia dai campi di Pariana alle cartiere di Cartapaglia di Villa Basilica che si trovavano in valle a circa 5 Km. Come lei vi erano molte altre donne che facevano questo duro e pesante lavoro. Le cartiere pagavano a queste donne 1 lira ogni chilogrammo di paglia, e di viaggi riuscivano a farne al massimo tre in una giornata di lavoro.

“L’Arte della Terra”
Udilio Cordoni – Mugnaio

Udilio da Pariana di Villa Basilica, conosciuto nella zona e nei comuni vicini come “Udilio il mugnaio”, macina prevalentemente castagne delle sue selve, così come fecero suo padre, suo nonno e il suo bisnonno. Egli è nato nel suo mulino: il “Mulino delle fredde di Pariana”, la cui forza motrice, per far girare le macine, è ancora alimentata da quella dell’acqua. Con soddisfazione, Udilio racconta che la macina che utilizza tuttora per la farina di castagne, fatta di una pietra particolare, ha una lunga storia fatta di scambi, favori e baratti e risale addirittura al 1700. Ogni anno, tale pietra va ribattuta e levigata a mano per conservarne le particolari prerogative per ottenere una farina particolarmente sottile. La produzione della farina è quella classica con l’essiccazione delle castagne nel metato, con la loro pulitura attraverso le classiche “vassoie” e con la molitura tramite macine a pietra.

L’Arte della Pasta
Marco Giuliani – Pastaio

Marco, da circa nove anni, è il responsabile produzione della pasta presso “Il Pastificio Toscano” di Santa Margherita di Capannori (Lu) ove ci lavora insieme alla moglie Chiara. Una piccola realtà locale, dieci dipendenti, qualità artigianale della pasta, tutta trafilata al bronzo secondo le ricette e le procedure tramandate dal padre Maurizio, ex pastaio. La farina che utilizzano proviene dalle terre di Toscana così come gli ingredienti per le paste speciali, tutti rigorosamente selezionati.
Forniscono ristoranti di alta qualità, negozi di prodotti tipici e artigianali con esportazioni anche in USA, Giappone, Francia, Germania, Spagna.
Una curiosità:
In alcuni periodi dell’anno e su richiesta, permettono a turisti e scolaresche di visitare la produzione dove mostrano materialmente le differenze tra la pasta artigianale (taglio a mano, come quello delle foto, trafilatura al bronzo e lenta essicazione) e la pasta industriale.

“L’Arte del Pane”
Michela Panzani – Panettiere
Longoio è una piccola frazione del comune di Bagni di Lucca. Ottantuno anime, aria buona e soprattutto buon pane, quello delle sorelle Michela e Alessandra che lo producono artigianalmente, unitamente alle focacce, già da diversi anni. Dopo aver perso il lavoro circa cinque anni fa, si sono messe in gioco, rilevando il forno di Longoio e affiancando inizialmente il vecchio panettiere. La produzione, come potete vedere dalle foto, è totalmente artigianale, con cottura rigorosamente a legna. Quando tutti dormono, loro lavorano: La sera si accende il forno e si impastano le farine, si preparano le basi e si fanno lievitare. Le prime cotture, dopo la mezzanotte, riguardano le focacce. Successivamente, viene preparata la base del forno spostando le braci da un lato. Inizia la cottura del pane che dura all’incirca quarantacinque minuti, ma non c’è tempo per rilassarsi, il pane va spostato spesso e soprattutto girato. Una volta sfornato, si ricomincia da capo: si riavvia il forno con nuova legna, si spostano le braci e si dà seguito alla seconda infornata, e così via fino al mattino. Ma non è finita qui: alle prime luci dell’alba, con il loro furgone consegnano il pane a ristoranti, negozi e market della zona, e soltanto dopo si va a dormire.

“L’Arte del Buccellato”
Marino Taddeucci – Pasticcere

L’antica pasticceri Taddeucci a Lucca è una vera e propria istituzione. Fondata da Iacopo Taddeucci nel 1881, con Marino siamo alla quinta generazione di pasticceri che si sono tramandati la ricetta originale del famosissimo “buccellato”, tipico dolce lucchese realizzato con farina, zucchero, anice, uvetta e lievito naturale, dove il lievito madre è mantenuto in vita da ben 137 anni passando da padre in figlio. Da non credere! Il “buccellato” ha ottenuto numerosi riconoscimenti, il più particolare è stato quello della famosa gastronoma e critica del New York Times, Mimi Sheraton, che lo ha inserito nel libro, “I 1000 cibi da mangiare prima di morire” Una curiosità: Marino e conosciuto anche come “Il bomber del buccellato” per aver militato come calciatore per diversi anni, nella squadra professionistica locale.

L’Arte della “Tordello”
Monica Chiostri – sfoglina
La sfoglina è storicamente vista come la donna che utilizzando il mattarello e la spianatoia “tira la sfoglia” rigorosamente a mano. Monica è una di queste. Con sorprendente abilità e maestria realizza ogni mattina i meravigliosi “Tordelli lucchesi”, rigorosamente realizzati a mano, e serviti presso l’antico e caratteristico ristorante di Lucca “La buca di S.Antonio” dove lavora e dove ha imparato il mestiere.

L’Arte della “Tordello”
Giuliano Pacini – Chef
Giuliano è chef e contitolare con Franco Barbieri del caratteristico ed antico ristorante La Buca di S.Antonio, in pieno centro storico di Lucca. Fa questo mestiere dall’età di 11 anni, dove alternava la scuola con la cucina, potendo sopratttto contare  sull’insegnamento di qualificati chef e cuochi toscani tra i quali Mario Tartaglino, chef del Maestro Giacomo Puccini.
Una curiosità:
Mi raccontava Giuliano che Il tordello lucchese, ora piatto con prodotti rigorosamente di qualità, come la carne, le uova, il pane e le spezie, è nato in realtà con tagli di carni poco nobili, ma soprattutto avanzi che i contadini lucchesi avevano nelle loro case, così da non sprecare nulla.

L’Arte del Tabacco
Le Sigaraie di Lucca
  – Valentina Pieraccini

  – Erika Capocchi
  – Maila Casali
Valentina, Erika e Maila sono tre delle quaranta “sigaraie” della manifattura tabacchi di Lucca, a cui è affidata la produzione e confezionamento manuale dei sigari Toscani di fascia alta come il Toscano Originale, il Toscano Originale Selected, il Presidente, il Millenium e il Moro. Per quest’ultimo, il più pregiato della produzione lucchese, si usa una mezza foglia non pretagliata di Kentucky americano.
Oggi come un tempo l’abilità della sigaraia sta nello scegliere il giusto quantitativo di ripieno e nell’arrotolare il sigaro con maestria: se rimanesse dell’aria nella fascia o il ripieno fosse eccedente, il sigaro non tirerebbe.

L’Arte della Tessitura  
 Le Tessitrici di Castelnuovo

  – Sabrina Albergoni
  – Angela Verdigi
Angela e Sabrina sono due delle tante donne che lavorano al telaio, presso la Antica Valserchio di Castelnuovo Garfagnana, con particolari tecniche  recuperate dall’antica arte tessile tipica del territorio lucchese. Abili mani  artigiane, assimilabili a quelle di una suonatrice di arpa, lavorano sapientemente al telaio per realizzare ogni capo in modo impeccabile con estrema cura per i dettagli. L’azienda rappresenta una delle punte di diamante nel panorama artigianale italiano e un esempio per il sistema dell’alta moda internazionale. Vi si producono varie gamme di tessuti ortogonali con 4 diverse tecnologie di tessitura: a mano, a navetta, a licci e jacquard, tutti destinati alla persona ed alla casa del mercato del lusso nel panorama internazionale.

“L’Arte del Vino”
Gino Carmignani “Fuso”– Viticoltore

Gino è un personaggio! La vendemmia da lui è pura poesia, come il suo vino e l’agriturismo che gestisce, collocato tra i filari della sua vigna. Se fosse un pittore sarebbe un “Visionario” perché ha una sua personale e originale interpretazione della viticoltura che va oltre ogni schema. “Slowfood“ definisce il suo modo di interpretarla come “una delle più schiette e suggestive visioni del mondo enologico che possa capitare di incontrare di questi tempi”. Gino è radicato nel territorio di Montecarlo quanto la viticoltura. Il suo approccio al vino è quasi distaccato. Difficile capire quando escono le nuove annate, impossibile pretendere una coerenza nelle tipologie prodotte e tanto meno la puntualità agli appuntamenti.

L’Arte della Birra
Marco Fornai – Birraio
Marco, da circa tre anni, con Gabriele Lorenzi e Nicola Baroncini, è uno dei titolari del birrificio artigianale “Radical Brewery” di Porcari (Lu). Diplomatosi al liceo scientifico, ha frequentato un corso di formazione professionale a Padova, per diventare maestro birraio, coronando il sogno della sua vita.
Il birrificio fa parte dell’azienda agricola “Radical Farm”, 12 ettari coltivati a orzo e luppolo, dove si  produce il 90% della materia prima necessaria alla produzione della birra e tra queste ben 4 varietà di luppolo, determinanti per la scelta dell’aroma. Questa scelta premia l’uso di prodotti esclusivamente del territorio e quindi con il controllo totale sulla straordinaria qualità finale.

L’Arte della Terra
Olivicoltori del Compitese – Ott.2021

La provincia di Lucca, già in età antica, era ricca di oliveti, la toponomastica ne dà conferma, vi sono luoghi il cui nome ha un chiaro riferimento all’olivo, come “Ulettori” sulla collina di Pieve a Elici, “Ulivella” vicino Camaiore, “Oliveto” presso Arliano, “Olivetecci” presso Varno. Gli oliveti venivano coltivati su poggi a gradini strappati alla collina, come nella foto: immersi nel tipico paesaggio toscano, tra i classici cipressini di Castelvecchio di Compito, nel capannorese, alle pendici del Monte Serra.
L’olivo e l’olio hanno rappresentato da sempre non solo un supporto economico ma anche stile di vita e costume sociale, soprattutto a Lucca.
L’olio prodotto in provincia di Lucca è tra i migliori e più apprezzati al mondo.

L’Arte della Camelia
Walter Pacchini – giardiniere

Walter è il giardiniere e custode del meraviglioso “Camellietum” del Borgo delle Camelie di Pieve di Compito, nel capannorese che ospita tutte le cultivar che hanno fatto la storia delle Camelie nell’Ottocento in Toscana: circa 1000 esemplari.  Gestito e curato dal centro culturale del compitese, che si avvale anche di operatri scientifici e botanici, nel 2016 ha ottenuto il prestigioso riconoscimento di “International Camellia Garden Of Excellence”.  In Italia tale riconoscimento è stato attribuito a solo 2 giardini e nel mondo si contano sulle dita di una mano.
Una curiosità:
La sua fidatissima assistente “Lattuga” è una trovatella, meticcia, rinvenuta abbandonata nel 2020 in una scatola, insieme ad altre 2 sorelline. Tutti hanno trovato un nome ed una casa ma Lattuga ha trovato, oltre all’amore di Walter e dei ragazzi del centro culturale, un meraviglioso giardino fiorito.
Per rimanere in tema le sue due sorelle sono state chiamate Rucola e Bitola.

L’Arte della Camelia – Il Tè
Yoko Shimada – Maestra giapponese del rito del tè di Camelia
Yoko è nata a Tokyo, in Giappone, da una famiglia con profondi legami con la cultura tradizionale giapponese. Inizia nel 1985, presso la scuola Omotesenke, ad appremdere la nobile arte della cerimonia del tè, divenendo a sua volta lei stessa insegnante. E’ ospite a molti eventi culturali tra i quali, uno dei più imprtanti, la festa della camelia di Pieve di Compito nel Capannorese.
La grazia dei gesti compiuti per la preparazione della bevanda, ottenuta con le foglie delle camelie, è un evento straordinario che incanta il pubblico, creando un’atmosfera rilassante ma al tempo stesso intensa.

L’Arte dell’Apicoltura 
Giulio Mancini – Apicoltore
Giulio svolge per passione questa attività da oltre 50 anni ed ha sempre considerato le api il bene più prezioso per l’uomo e per l’umanità. Instaura con loro un rapporto basato sulla fiducia e l’amore riuscendo così ad ispezionare le arnie, quasi sempre, senza l’ausilio delle protezioni, limitando all’essenziale l’uso del fumo, per calmarle. I suoi alveari sono collocati in campi incontaminati, lontani da fonti di inquinamento, e se questi godono di ottima salute porteranno conseguentemente benessere per noi, per la natura e per l’ambiente. Questo Giulio l’ha capito da anni.
Una curiosità:
Durante le riprese Giulio mi ha fatto indossare abiti chiari perché i colori scuri vengono visti dalle api come una minaccia. Mentre scattavo le foto, mi ha fatto allontanare perché c’era un’ape molto arrabbiata e lo aveva dedotto dal tipo di ronzio che questa produceva, una frequenza molto più alta delle sorelle. Mi ha poi spiegato che con mezzo secolo di esperienza riesce a percepire tutti gli stati d’animo dei suoi alveari e capire quando deve indossare le protezioni e quando può farne a meno.

“L’Arte della Pastorizia”
Giorgi Sauro – Pastore

Sauro da Castelvecchio di Compito, fa il pastore dall’età di sei anni. Con il latte delle sue pecore produce formaggio e ricotta, provvedendo sia alla vendita diretta sia alla distribuzione in alcuni negozi locali.
Quando ho chiesto a Sauro se anche il padre ed eventualmente anche il nonno facevano questo mestiere, Sauro con un timido sorriso mi ha risposto:
“Non ho le prove, ma nella mia famiglia si racconta che molto probabilmente tra i pastori che hanno omaggiato la nascita di Gesù a Betlemme vi sia stato un Giorgi, mio avo”.
Nella stagione calda, Sauro si alza alle ore 5.00, effettua la mungitura e alle 7.30 porta le greggi al pascolo per poi riportarle all’ovile alle 21.00 per la seconda mungitura della giornata. Non cena mai prima delle 23.00.
Pochi giorni dopo le riprese fotografiche, le sue greggi sono state attaccate da un branco di circa cinque lupi che hanno abbattuto ben dodici capi. Dal 2018 sono iniziate le razzie nel padule di Castelvecchio e Sauro ne ha subite ben sette. Molto probabilmente, i lupi, percorrendo il torrente Visona, scendono a valle provenienti dai vicini Monti Pisani. Un dramma per questi pastori.

“L’Arte della Pastorizia”
Ivonne Pellegrini – Allevatrice

Ivonne, unitamente al marito, gestisce una fattoria/latteria a Piazza al Serchio (Lu) in alta Garfagnana. Possiedono circa quaranta mucche che li vedono impegnati per tutta la giornata, prima nella mungitura, poi nella realizzazione giornaliera di ricotta, formaggi, mozzarelle e derivati vari. Abitualmente la mungitura avviene in modo meccanico, ma può capitare che per far fronte a qualche inconveniente tecnico si debba procedere anche a mano. Ivonne è bravissima anche in questo e Priscilla (la mucca) sembra gradire molto il tocco delicato delle sue mani. Inizialmente vendevano il latte alla San Ginese, ma da circa nove anni si sono messi in proprio e lo utilizzano esclusivamente per la produzione artigianale con una rivendita in proprio presso la loro fattoria, ma anche nei mercatini agricoli e artigianali, nonché con la fornitura ai negozi di prodotti tipici lucchesi e della Garfagnana.

L’Arte della Pastorizia
Ilie Abucurii – Agricoltore

Ilie è un agricoltore e pastore di origine Rumena trasferitosi in alta Garfagnana, con la famiglia, per lavorare in questo ambito.
Nella foto accudisce dei capretti, di solo tre settimane, che non possono essere allattati dalla madre per carenza di latte.
Le caprette si chiamano Sole, (quella con le chiazze) e Luna.
La mamma, che non le perde mai di vista, si chiama Vaniglia.
Una curiosità:
Vaniglia la mamma, consapevole delle problematiche legate all’allattamento, ha sempre visto di buon occhio la presenza di Ilie tanto che a volte è proprio lei a cercarlo.

L’Arte del Calafataggio
Salvatore Incorvaia

Salvatore è uno degli artigiani che lavorano presso il cantiere navale dei fratelli Guido e Marco Del Carlo di Viareggio (Lu), specializzati nel restauro di yacht e barche classiche d’epoca in legno, tanto da diventare un punto di riferimento mondiale della nautica restaurativa.
Salvatore inizia a lavorare sulle barche all’età di soli 11 anni, nel suo paese nativo di Licata (Ag) per poi trasferirsi Viareggio (Lu), all’età di 27, dove perfeziona la sua tecnica nel calafataggio, sotto la guida dei fratelli Del Carlo.
Nella foto esegue il calafataggio sul famoso ketch ”Eilean” dall’azienda italiana di alta orologeria “Officine Panerai”.
Una curiosità:
l’Eilean che in gaelico significa “piccola isola”, nacque nel 1936 presso i cantieri Fife, sulle rive del Clyde in Scozia, su progetto di William Fife III°. Rinvenuto in rovina sull’isola di Antigua nel 2006, viene trasportato in Italia, presso il cantiere Del Carlo di Viareggio (Lu) da Panerai, per il restauro completo, durato tre anni e ben 40.000 ore di lavoro.

“L’Arte della Pesca”
Cristina Petrucci – Pescatrice

Viareggina doc, con il mare nelle vene e il carnevale nel cuore, Cristina è una delle pochissime donne che svolge attività alieutica al porto di Viareggio, con la capacità, la forza e il coraggio di sfidare il mare. Imbarcata sulla motobarca “Ariete”, getta le reti alle primissime ore del nuovo giorno per poi ritirarle, selezionare e dividere il pescato e venderlo sia direttamente sulle bancarelle nella darsena Viareggina sia a ristoranti e pescivendoli della zona. Il pescato è vario: seppie, marmore, maruzzelle, pesce serra, cicale di mare e molto altro. Cristina si trova a svolgere, per scelta e per passione, un ruolo considerato da sempre solo maschile, mostrando la falsità del vecchio detto: “Il mare agli uomini e la terra alle donne”.

“L’Arte della Pesca”
Joseph Seck – Pescatore

Joseph proviene dal Senegal. È un pescatore regolare e a contratto, imbarcato su una delle tante motonavi da pesca del porto di Viareggio. Fa questo lavoro qui in Italia da circa cinque anni, unitamente ad altri suoi connazionali. Per loro non è un ripiego lavorativo; Joseph, così come gli altri, nascono pescatori sulle splendide coste senegalesi che si affacciano sull’Oceano Atlantico, davanti alle isole di Capo Verde. Dopo una settimana di lavoro, il sabato mattina, quando non si pesca, viene dedicato alla riparazione manuale delle reti.
Mi ha colpito di questo ragazzo il volto sempre sorridente e l’entusiasmo con cui fa questo lavoro. Mi raccontava che in Senegal il settore della pesca è in crisi a seguito delle pratiche di pesca utilizzate dalle barche cinesi ed europee, che vi pescano in base all’accordo in vigore tra Bruxelles e Dakar. Per molti giovani l’immigrazione verso l’Europa è l’unica alternativa per una vita dignitosa.
Indovinate per quale squadra di calcio tifa Joseph?