La locuzione latina del poeta romano Publius Ovidius Naso, più noto come Ovidio, descrive in sole tre parole l’essenza della mostra e quello che l’artista trasmette con la propria ricerca fotografica.
Si stenta a crederlo, ma tutte le fotografie che compongono la mostra sono state scattate negli ultimi 20 anni in Toscana,ma un sapiente gioco di prospettive, colori e luci, fanno sembrare gli scatti ambientati negli angoli più esotici del pianeta.
Il lungo “Serpente Verde” e “L’antica Muraglia” si trovano ad appena 5 Km dal centro di Lucca, “Atlantide” e le “Cave di Marmo di Michelangelo” a due passi dalla Versilia ed altrettanti dalla Garfagnana mentre “La Maison de Fils”, incredibilmente, a poche centinaia di metri dalle mura urbane di Lucca.
Nella seconda parte della mostra seguono i luoghi dimenticati da Dio, nonostante buona parte di essi fossero destinati al suo culto, con affreschi, sculture, altari divorati dal tempo, con la complicità di Madre Natura, che si è ripresa prepotentemente i suoi spazi.
Con i suoi scatti, Dantès, rende eterno ciò che resta di quei luoghi colmi di storia, tradizione e cultura, ma soprattutto coglie il tratto artistico e poetico dell’accettazione della transitorietà e dell’imperfezione che li vede ancora colmi di significato e maestosità, ma inesorabilmente erosi dallo scorrere del tempo.
Alcune foto tratte dalla mostra fotografica
La mostra contempla 56 stampe Fine-Art formato 60×42
Il significato della mostra
“La natura viene in soccorso di ogni abbandono e, là dove tutto manca, si ridà intera, rifiorisce e rinverdisce su tutte le rovine: ha l’edera per le pietre e l’amore per gli uomini. Profonda generosità dell’ombra”.
Questa considerazione di Victor Hugo nel romanzo L’uomo che ride torna alla memoria osservando le fotografie che Dantès (Dante Luci) ha raccolto nell’affascinante mostra L’occhio del tempo.
Nel contesto della Sala dell’Affresco, recentemente adeguata alla sua funzione di luogo di divulgazione e godimento dell’arte, la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca ha volentieri esposto queste immagini di angoli abbandonati che si ricoprono di verde. La natura che si riappropria degli spazi persi: vecchie dimore, piccole chiese, edifici un tempo destinati ad attività produttive rivestiti di piante, foglie, erba, muschio. Una sorta di rinaturalizzazione di spazi altrimenti preclusi. Luoghi ritenuti dall’uomo ormai inutili e infruttuosi sono un patrimonio che la natura è in grado di riciclare, potremmo anche dire di rigenerare: laddove l’uomo abbandona, la natura dà nuova vita, anche se ad uno sguardo superficiale può non apparire così. La salvezza del mondo è nella natura selvaggia, sostiene il filosofo americano Henry David Thoreau, che ci insegna a vivere i luoghi e non solo ad occuparli.
Come ricopre le pietre di edera per Hugo la natura riversa amore per gli uomini, ne è fonte di vita. Motivo per tutelarla sempre più, invece che deturparla e sfregiarla.
Le fotografie di Dantès, scattate in vari luoghi della Provincia di Lucca, particolari, originali, suggestive, frutto di un lungo e appassionato lavoro di ricerca, oltre a farsi apprezzare per l’aspetto artistico, rappresentano anche un messaggio di speranza per il futuro con il loro invito ad osservare l’ambiente, amarlo e prendersene cura.