74 fotografie del fotografo toscano Dantès (Dante LUCI)
Qualità delle stampe Fine Art – in bianco e nero, grande formato, su carta Hahnemühle Fine Art Baryta 325 gsm montate su pannelli 60×42.
L’esposizione a Lucca, presso il complesso San Micheletto dal 2 al 26 marzo, ha registrato nei 12 giorni di esposizione, la presenza di 1.038 visitatori nonché quella di importanti personalità dell’arte, della cultura e della politica, ed ha ottenuto unanimi consensi da parte della critica e della stampa.
L’essenza del Reportage
Prendendo in prestito dalla “Tosca” del Maestro Giacomo Puccini il titolo di una delle sue più belle Arie, Dantès ha intrapreso un lungo e suggestivo viaggio fotografico in bianco e nero nella provincia lucchese, alla ricerca di arti e professioni che vedono impegnate grandi persone, Maestri indiscussi della propria arte.
Sono i loro occhi e il loro sguardo a lasciare il segno nello spettatore, è la frenesia delle loro mani – spesso immortalate volutamente in movimento dalla macchina del fotografo – a dominare molti degli scatti, mani candide e leggere, contrapposte a quelle vissute e scolpite dal tempo, ma tutte accomunate dalla perfezione di un gesto compiuto migliaia di volte.
Ed ecco che il reportage fotografico diventa un dialogo intimo e silenzioso tra fotografo e Maestro, un racconto antropologico in bianco e nero da cui si esce arricchiti emotivamente, tanto è diretto e coinvolgente.
Gli scatti di Dantès consentono di immergersi in ambienti reali, autentici e ricchi di dettagli, di ritrovarsi faccia a faccia con palcoscenici e piazze, laboratori e officine, botteghe e manifatture, campi e darsene; tutte fotografie effettuate rigorosamente senza l’ausilio di flash, luci supplementari, pannelli e assistenti. La fotografia nuda, viva, tangibile.
Dantès ancora una volta dà prova della sua abilità nel ritrarre soggetti e paesaggi da sempre sotto i nostri occhi, ma mostrandoceli con una visione del tutto personale, come se fossero una scoperta da nuovi punti di vista.
Ascolta in audio “L’essenza della mostra”
Non sempre le parole riescono a raccontare, sono allora le immagini a narrare.
Sosteneva Henry Cartier Bresson che fare una fotografia vuol dire allineare testa, occhio e cuore e che essa deve contenere l’umanità del momento.
Con questa serie di immagini Dantés esprime il suo desiderio di scoprire, il gusto di raccontare, la voglia di emozionare.
Il suo è un percorso in un mondo affascinante, incantevole, quello di artisti e interpreti che creano arte, e di artigiani che molto spesso aggiungono un pregio estetico alle loro creazioni, pregio che trascende dal loro semplice utilizzo.
Quando un artigiano si spinge oltre la semplice creazione di un oggetto e nel suo mestiere subentrano creatività e visione, il prodotto del suo lavoro diventa una vera e propria opera d’arte.
Sono presenti in questa emozionante raccolta anche contadini, allevatori, pescatori che della coltivazione della terra, della pastorizia, della pesca hanno fatto un’arte.
In questo racconto per immagini protagonisti sono donne e uomini, con i volti concentrati, le espressioni partecipi, le posture e le movenze dinamiche e appropriate, le mani con i loro gesti fini e precisi che esprimono la passione, il trasporto, la dedizione, l’entusiasmo con cui si dedicano alle loro attività, alcune delle quali rischiano di scomparire.
Dantés si è introdotto silenziosamente in teatri, botteghe, laboratori immortalando donne e uomini che sanno creare dal nulla con cura e attenzione e forse al mondo non c’è niente che possa dare una soddisfazione maggiore.
Cura, attenzione, ispirazione che ritroviamo nelle fotografie di Dantés, immagini in bianco e nero che esaltano l’essenzialità, l’autenticità, la veridicità del racconto.
Raffaele Domenici
Ascolta in audio “La presentazione della mostra”

Frida Vanini – ballerina – classe ’93
Frida è un’artista a tutto tondo alternando la pittura, sua grande passione, con la danza. La foto la ritrae nella splendida cornice di Villa Reale a Marlia (Lu) con il corpo di ballo “Les Ethérés”:
L’impulso estremo di voler trasmettere ed esprimere sentimento, racconto, evoluzione spirituale, ha dato vita a questa espressione di danza con l’ausilio di luci suggestive, eteree o colorate, che coronano e accompagnano i “viaggi nel tempo e nello spazio” di queste ballerine, che hanno il compito, non solo di eseguire coreografie ben organizzate, ma di far parlare l’aria che le circondano, di trasmettere messaggi arrivando al cuore delle persone, fino a toccare l’Anima.


L’Arte della Musica
-Beatrice Venezi – Direttore d’Orchestra – classe ’90
-EstrOrchestra di Lucca
Beatrice Venezi è un Direttore d’orchestra, pianista e compo-sitrice lucchese. È una delle poche donne a dirigere orchestre e artisti di livello internazionale nei teatri di tutto il mondo. Si diploma in pianoforte a Siena nel 2010, frequentando alcune masterclass d’interpretazione pianistica e successivamente in direzione d’orchestra al conservatorio Verdi di Milano.
– Le prove con l’Associazione musicale e culturale– EstrOrchestra di Lucca per il concerto lirico sinfonico della serata in beneficenza a favore della neo associazione Parkinson Lucca del 18/06/2022.
Sono l’energia e la passione di questi giovani a distinguere il gruppo.

Giuseppe Marino Bertolani – Compositore classe ‘39
Giuseppe Marino da Massarosa, fa il compositore da una vita. Ha studiato pianoforte, clarinetto e composizione al conservatorio prima di Lucca poi di Firenze.
Scrive musica classica destinata a duetti, quartetti, orchestre e bande in generale. Alcune sue musiche sono state eseguite anche all’estero. Giuseppe mi ha confidato che negli anni 60/70 per sbarcare il lunario scriveva anche brani di musica leggera e da ballo destinati alle bands e musicisti che si esibivano in molti locali della Versilia.


Fabio Piagentini – Liutaio – classe ’78
Fabio Piagentini è un liutaio con bottega artigiana dentro le mura della città di Lucca, in pieno centro storico. Svolge questo mestiere dall’inizio del nuovo millennio, dopo aver frequentato la scuola internazionale per liutai di Cremona.
Dalle sue mani escono viole, violoncelli e soprattutto violini.
Per i suoi pregiati strumenti sceglie la materia prima personalmente (abete rosso della Val di Fiemme e acero dei Balcani)
La realizzazione di un violino richiede circa un mese e mezzo di lavoro, una viola o un violoncello anche tre mesi.

Enrico Barsanti – Organaro – classe ‘81
Enrico è un organaro di Bagni di Lucca, cioè un riparatore e accordatore di questi splendidi strumenti. Laureato al conservatorio in organo e composizione, da circa dieci anni gira l’Italia ma anche l’estero per riparare e accordare gli organi più prestigiosi. Nelle foto l’organo monumentale risalente all’anno 1602, situato nella Pieve di S. Michele di Corsanico. Questo meraviglio strumento destinato alla Chiesa di San Francesco a Lucca costò all’epoca 380 scudi d’oro (rapportando il valore dell’oro alla valutazione attuale, costò circa 42.000 Euro) Successivamente, è stato poi acquistato a un’asta pubblica dal paese di Corsanico nel 1885 e pagato soltanto 1.015 lire. Come si direbbe “un buon affare”.



classe ’51
Mario è un accordatore e restauratore di pianoforti in Lucca fin dal 1978. Ha avuto l’onore di portare a nuova vita un “pianino melodico ad aghi – Racca” appartenuto a Giovanni Pascoli e ascoltato con questi dal grande Maestro Giacomo Puccini. Tale strumento è tuttora conservato nel museo Pascoli di Castelvecchio (Barga). Il suo restauro ha richiesto circa un anno di lavoro.
Il laboratorio di Mario, così come la sua casa, è una miniera di meraviglie tutte auto costruite. La foto lo ritrae avvolto tra i “martelletti” dei pianoforti che lui stesso crea, perfeziona e utilizza per le riparazioni.

Luciano Filippi – In Arte Gildo dei Fantardi
Cantastorie – classe ‘47
A Gildo hanno dedicato una citazione anche la Treccani e Wikipedia. Stiamo parlando di Gildo dei Fantardi, al secolo Luciano Filippi, che nel 2022 ha festeggiato cinquantacinque anni di carriera.
Cantastorie, menestrello, cantautore e attore lucchese, è sulla scena dal 1967, da quando ha iniziato a interpretare le canzoni popolari, accompagnato alla fisarmonica da Gaetano Craparo. Poi tanto cabaret, partecipazioni a trasmissioni televisive e radiofoniche, qualche piccola parte in diversi film e molto altro ancora.

Luciano Filippi – In Arte Gildo dei Fantardi
Cantastorie – classe ‘47
In questo scatto “ho voluto fotografare Gildo al centro del palcoscenico, uno degli anfiteatri urbani più caratteristici e particolari d’Italia “Piazza Anfiteatro” a Lucca in Toscana, la sua città.
Le qualità che mi hanno personalmente toccato di questo grande artista
Ma cosa significa “Fantardi” ?
Quando ho posto la domanda a Gildo, mi aspettavo una risposta scontata, qualcosa riconducibile ai menestrelli del medioevo:
“Fantardi?
perché la sera si andava a suonare per locali e si faceva sempre tardi!”.

Alessio Grilli – Riparatore Strumenti a fiato
classe ’79
Alessio è un riparatore di strumenti a fiato e ottoni con bottega artigiana a Capezzano. Dopo un diploma al conservatorio di Lucca e un glorioso passato di trombettista, dove vanta collaborazioni con musicisti e band di importanza nazionale, dal 2005, dopo aver frequentato una specifica scuola di formazione a Udine, si dedica completamente alla riparazione di questi strumenti. La riparazione di strumenti come quelli delle foto, di norma, richiede circa quattro o cinque ore di lavoro, ma ovviamente tutto dipende dal tipo di intervento richiesto.
Ricorda Alessio che la riparazione di un “basso tuba” richiese circa venti ore di lavoro.


Andrea Cottone – Barbiere – classe ‘89
Dopo un apprendistato in Italia e all’estero, da circa dieci anni, Andrea esercita in Lucca con una delle botteghe di barberia più affermate e caratteristiche della Toscana:
BisB, The barber is back.
Le tecniche di taglio di capelli e barba e la maestria nell’affilatura su pietre naturali degli antichi rasoi, sono due delle artigianalità nelle mani di Andrea che utilizza solamente rasoi a lama fissa forgiati da maestri artigiani nel 1800 e 1900. Inoltre il rasoio viene scelto in base alla barba e alla pelle del cliente. Questi sono i presupposti per eseguire una rasatura sartoriale.
(nella foto Andrea Scannerini, cliente dalla vicina provincia di Pistoia)


Vittoriano Bertozzi – Sarto – classe ‘33
“Il Bertozzi”, come lo chiamano gli amici, fa il sarto dal 1955 a Lucca.
Apprende il mestiere presso l’Istituto degli Artigianelli di Lucca. Un’infanzia non facile ma tanta determinazione, fino a diventare un bravo e affermato sarto con clientela di alta classe.
Inizialmente apre una sartoria nella centralissima Via Fillungo di Lucca per poi spostarsi, dal 1988, nel quartiere San Concordio.
La simpatia e l’eleganza di quest’uomo, ma soprattutto la storia della sua infanzia, mi ha conquistato andando dritto al cuore.
Un signore d’altri tempi!


Jenny Giusti classe ’76 e Alessandro Capone classe ’78 – Pellettieri
Ale e Jenny hanno fatto di una passione, un’arte.
Con la loro bottega artigiana in centro storico a Lucca realizzano calzature ed oggetti di pelletteria di pregiata fattezza destinati sia alla clientela locale sia a quella fuori regione e persino estera.
Alessandro, dopo un passato come modello e finalista di una delle prime edizioni del “Grande Fratello”, sfruttando quanto imparato da un amico e socio nella creazione di scarpe ortopediche (dove precisione e qualità devono essere assolute), si mette in proprio, disegnando e realizzando una nuova linea di calzature alla moda uniche e di straordinaria qualità.

Tiziana Micheli – Cappellaia – classe ’72
Fa questo mestiere da circa ventotto anni, presso il cappellificio “Mida”, a Ponte a Moriano (Lucca) di proprietà del padre di un altro socio.
La produzione di cappelli e berretti è artigianale e sono esportati in tutta Europa. La materia prima, cotone, lino, canapa e lana proviene quasi tutta da Prato, famosa città Toscana del tessile.
Recentemente hanno lanciato una nuova linea di cappelli realizzati con i sacchi di tela di juta che in origine contenevano il caffè proveniente dal Brasile. La situazione curiosa era che in fase di trasformazione del sacco in cappello, si poteva rinvenire ancora qualche chicco di caffè intrappolato in qualche angolo nascosto.


Francesco Marsili – Orologiaio – classe ’55
Conosciuto da tutti a Lucca come “Lancetta”, è un orologiaio vecchia maniera con bottega in pieno centro storico, nella mondana Via Fillungo.
Impara il mestiere nel 1967, all’età di sol dodici anni, iniziando a frequentare le botteghe di maestri orologiai lucchesi.
Conosce ogni minimo dettaglio di qualsiasi orologio che gli viene mostrato, dai più antichi ai più moderni: è una miniera di informazioni.
Riparare un antico e prezioso orologio in ceramica, come quello della foto, può richiedere anche diversi giorni di lavoro.


Angelo Ramacciotti – Argentiere – classe ’72
Angelo Ramacciotti è un argentiere con bottega ai piedi della cattedrale di San Martino in Lucca.
La bottega esiste dal 1791. Angelo apprende e pratica questa antica e preziosa arte, dagli inizi del nuovo millennio, con gli zii Nello e Cesare Giovacchini da Lucca. La straordinarietà di questi artigiani è che in molte occasioni progettano loro direttamente il lavoro commissionato, realizzando da zero disegni e modelli.
La realizzazione di tre particolari ampolle in argento, destinate a contenere gli oli santi, hanno richiesto un lavoro di circa sei mesi.


Giovanna Bianucci – Formatrice – classe ’56
L’arte della formatura è un naturale ausilio del lavoro degli scultori, ma anche delle fonderie, dei ceramisti e dei laboratori di marmo. Giovanna, che a Pietrasanta ne è l’interprete più apprezzato, si è formata sia come scultrice sia come collaboratrice presso altri laboratori di marmo della zona. Dopo una lunga collaborazione, dal 1978 al 1996, con la scultrice Roberta Giovannini e dopo un’esperienza a Singapore per il restauro dei monumenti storici del governo francese del ” Convent of the Holy Infant Jesus”, attualmente collabora con la Fonderia Artistica Versiliese di Pietrasanta, (dove l’ho fotografata).
Ha partecipato a molte mostre personali di scultura.


Adolfo Agolini – Modellatore di Fonderia – classe ’52
La cittadina di Pietrasanta (Lu) è considerata “La Piccola Atene” a seguito della concentrazione di fonderie e laboratori del marmo che producono le opere di molti artisti internazionali e dove la parola d’ordine è ancora oggi manualità. Adolfo è il titolare della fonderia Mariani, dove si fa artigianato da oltre sessantacinque anni, dall’idea alla forma, dalla produzione alla conservazione. Nelle foto l’assemblaggio di una statua di Fernando Botero.
La fonderia collabora con artisti del calibro di: Fernando Botero, Gustavo Aceves, Giuliano Vangi, Kirsten Ortwed, Bjoern Noergaard, Karen La Monte, Dashi Namdakov, Milo Manara, Igor Mitoraj, Daphne Dubarry, Peter Brandes etc


Francesco Federici classe ‘40
Angelo Federici classe ’66 – Scultori del marmo
Se Pietrasanta è anche chiamata “La Piccola Atene” il motivo va ricercato in artisti e artigiani come Francesco e suo figlio Angelo.
Angelo pratica questo mestiere dal 1982 mentre il padre dal 1956.
La loro bottega è una delle poche dove si usa ancora scalpello, mazzolo e lime. Un lavoro come quello della foto richiede circa
La materia prima è il marmo di Carrara, di Seravezza e quello di Vagli (Lu); quest’ultimo si distingue dagli altri per una maggiore durezza e un bianco più intenso. La clientela è nazionale e internazionale, maggiormente negli Stati Uniti.

Chiara Santillo – Mosaicista – classe ’78
Chiara lavora da oltre quindici anni presso “Poli Mosaici”, uno dei più apprezzati e mosaicisti d’Italia e della Toscana e precisamente nella città dell’arte di Pietrasanta. Il mosaico della foto, che è solo una parte di quello definitivo, destinato alla “Saint Paul Greek Orthodox Church” di Irvine in California. Terminato misurerà 8×3 metri.
Una particolarità:
I tasselli dei mosaici che sono smalti vitrei, provenienti dalle fornaci veneziane, vengono preassemblati sui tavoli, successivamente uniti in una apposita stanza che permette la visione d’insieme. Al termine vengono nuovamente scomposti in frazioni, riposti in apposite casse e spedite dall’altra parte dell’oceano, dove ad attenderli ci sarà il personale della bottega artistica che li ha realizzati, per il montaggio definitivo nel luogo prescelto.


Giampaolo Bianchi – Pittore – classe ’47
Pittore autodidatta lucchese, Giampaolo, a tutt’oggi, ha dedicato sessantuno anni della sua vita alla pittura. Conosciuto e apprezzato sia in Italia sia all’estero, con esposizioni in Francia, Spagna, Asia, Bahrain, Stati Uniti, etc. Ha realizzato opere destinate a mostre e gallerie prestigiose contribuendo a scrivere pagine importanti dell’arte italiana e toscana in particolare.
Ha conosciuto e condiviso scambi culturali con pittori come Gottuso, Vespignani, Cantatore, Cassinari, Riccardo Tommasi Ferroni e, presso la Galleria Contini di Venezia, ha esposto con Pablo Picasso e Salvador Dalì.
Nel 1980 ha realizzato il Primo Piatto Limoges della La.pa.sca.

Simone Bianchi – Fumettista illustratore classe ’72
Dopo aver frequentato il liceo artistico e successivamente l’accademia delle belle arti, Simone si dedica da circa trentacinque anni alla sua grande passione, l’Illustrazione e la pittura, vantando anche un passato di insegnante d’arte.
È conosciuto a livello internazionale per i suoi lavori nell’ambito del fumetto Americano. Maestro della Comic Art contemporanea, si distingue per il suo stile pittorico ricco e dettagliato. Negli Stati Uniti ha collaborato prima con DC Comics e poi in esclusiva con Marvel per più di un decennio, creando diversi albi e copertine di famose testate, tra cui Wolverine, X-Men, Thor, Thanos, Spider Man e Star Wars. Attualmente collabora con Netflix.

David Bigotti – designer e fumettista
classe ’76
Conosciuto come “Bigo”, David è un designer lucchese. Ha frequentato il liceo artistico di Lucca per poi laurearsi in disegno industriale presso la facoltà di architettura di Firenze. Lavora come disegnatore di mega yacht per un cantiere navale di Viareggio, ritagliandosi anche uno spazio importante nel mondo del fumetto. “Il Bosone”, è Il suo cavallo di battaglia.. Ha realizzato manifesti per diversi eventi vantando partecipazioni anche al “Lucca Comics&Games”.


L’Arte della Fotografia
Lucio Ghilardi – Fotografo – classe ‘60
Lucio è considerato un grande fotografo e memoria storica della città di Lucca. Eredita l’attività dal padre Eugenio che affiancava sin dal 1982. Le sue fotografie, con quelle del padre, hanno raccontato oltre 90 anni di vita di Lucca, ed alcune sono diventate icone e simboli della città stessa in tutto il mondo. Ha realizzato libri, mostre e attività straordinarie mettendo in mostra non solo grandi doti tecniche ma anche molta sensibilità e disponibilità verso gli altri. La sua grande passione per la natura e gli animali in generale, l’ha portato a realizzare, nel 2018, un singolare reportage: “Le mura e i suoi animali” offrendo uno scorcio del tutto inedito di quanti animali, accanto a noi, vivono sulle mura di Lucca.


Simone Fiori – Figurinaio – classe ’76
Svolge questa professione a Bagni di Lucca, dal 1996, avendola ereditata dal padre Pierangelo. Ma anche il nonno Fedele e il bisnonno Carmelo erano figurinai dal 1879.
Per essere pronta, dipinta e invecchiata, una statuina viene presa in mano da quaranta a cinquanta volte, in media.
Una curiosità:
I primi figurinai che portavano i loro prodotti in America destavano molta curiosità, soprattutto tra i bambini che, vedendo le statuette colorate dei presepi, gridavano alle loro mamme: “Mom looks” (Mamma guarda). I venditori, conoscendo poco la lingua, interpretavano quelle parole come “Mammalucco” riferito alla loro professione. Per questo motivo, così vengono anche chiamati i figurinai di Bagni di Lucca.


Marzia Etna – Carrista – classe ’60
Marzia, dalla metà degli anni ottanta è nel mondo della cartapesta viareggina, in quello che è considerato, insieme a Venezia, il carnevale più famoso d’Italia.
Una delle poche donne che lavora nel mondo del carnevale, artisticamente la più longeva, circa trentasei anni di carriera con numerosissimi premi vinti.
Talmente attaccata a questo lavoro che nel 1995, mai si sarebbe sognata di perdersi quella edizione del carnevale, nonostante fosse al termine della sua gravidanza. Infatti il 14 febbraio partorisce Matteo, praticamente in pieno carnevale versiliese e non poteva nascere sotto migliore auspicio: sarà lui l’ideatore dei temi che hanno ispirato i carri realizzati in questi ultimi anni e che hanno ottenuto numerosi riconoscimenti e premi.

Luigi Massei classe ’33 Arturo Massei classe ’63
Carbonai
Luigi ha cominciato questo lavoro a Pescaglia, nel dopoguerra, sulle orme del bisnonno. Ora lo ha insegnato al figlio Arturo e al nipote Fabio. Nella foto a tutta pagina si possono notare le tre carbonaie, nelle tre fasi principali:
– preparazione della carbonaia disponendo il legname;
– copertura del legname con erba e terra e successiva accensione;
– la “scarbonatura” quando, tolta la terra, si recupera il carbone.
Questo è uno dei mestieri più antichi che ha caratterizzato nei secoli scorsi la storia di tutta la valle del Serchio. Nel passato, il carbone serviva per azionare i motori, fare il fuoco ad alta temperatura per lavorare il ferro e alimentava anche le stufe casalinghe per cucinare.


Carlo Galgani – Fabbro – classe ’38
Conosciuto come “il fabbro di Codogna”, è l’ultimo di una lunga discendenza di fabbri che risale, al 1500. Ha imparato e messo in pratica il mestiere praticato dal padre e dal nonno all’età di soli otto anni. Nella sua officina tutto è generato dalla forza motrice dell’acqua: dall’aria che soffia nelle fucine, all’energia elettrica destinata alle poche luci che illuminano l’ambiente, fino ai magli che generano la loro forza dirompente, solo grazie a complicati meccanismi creati da lui stesso.
Il ferro che lavora Carlo per la realizzazione di strumenti agricoli, coltelli e accessori vari è per la maggior parte riciclato da scarti dell’industria: balestre di auto, scarti di binari del treno etc.

Leonardo Masini – Maniscalco – classe ’87
Leonardo esercita questa attività da circa dieci anni, dopo aver frequentato la scuola militare di mascalcia di Grosseto. Ogni cavallo ha i suoi ferri, e individuare e adattare a caldo o a freddo quelli giusti richiede tanta esperienza e professionalità. Questo lavoro prevede un grande sforzo fisico, dovendo stare per ore piegato sulle zampe di questi meravigliosi animali; inoltre, deve riconoscere i loro stati d’animo, le loro andature e i loro “appiombi” per realizzare una ferratura che tenga conto della conformazione individuale dell’animale.
Nella foto Leonardo esercita la sua professione a Tassignano, presso un centro ippico privato.

Roberto Lencioni – Cicloriparatore – classe ‘59
Roberto Lencioni da Segromigno, noto alle cronache ciclistiche come il Carube, è uno dei pochi grandi meccanici che hanno fatto la storia del ciclismo mondiale, un grande tecnico capace persino di registrare, dal finestrino dell’auto, le bici in corsa durante una gara. Attualmente è considerato uno dei massimi esperti mondiali di bici d’epoca, le così dette “Bici Eroiche”, con contatti da tutto il mondo. Ha militato in squadre di spessore mondiale ed è stato meccanico di grandi campioni: Cipollini, Fondriest, Visentini, Martinelli, Maertens, Argentin, Gotti, Bertoglio, Vandi, Ballerini, Basso, Bitossi e tanti altri, alcuni dei quali hanno vinto anche i campionati del mondo.

Roberto Lencioni – Cicloriparatore – classe ‘59
La sua officina.
Ho avuto il previlegio di mettere piede e occhio fotografico in questo luogo sacro, riservato ora solo per pochi intimi.
In due parole: semplicemente meravigliosa.
Il “Caos Ordinato”, come lo chiamo io, dove è possibile orientarsi solo se sei il “Carube”.


Gino Mei – classe ‘30 Pierluigi Mei – classe ’69 Corbellai
Gino è conosciuto da tutti come “il corbellaio di Ruota”. Impara il mestiere negli anni ’50 da un artigiano della vicina Buti (Pi) per poi trasmetterlo al figlio Pierluigi che lo affianca tuttora in questa particolare arte dell’intreccio. Realizzano ceste per la legna, per i funghi, per il guardino e per moltissime altre necessità.
Il legno utilizzato è il castagno che Gino e Pierluigi preparano attraverso un complesso procedimento: Il legno viene lasciato in acqua per ottenerne elasticità, poi passato in un apposito forno dove, a causa del vapore prodotto, si ottiene una maggiore lavorabilità e da ultimo viene diviso in sottili sfoglie attraverso un procedimento chiamato “schiappatura”.
Da queste lamine si inizia, la costruzione del corbello oppure della cesta.

Mei Gino – Corbellaio – classe ‘30
Il meraviglioso sorriso di Gino, apprezzabile soprattutto nella foto con il suo fedelissimo cagnolino Ivan, nasconde un piccolo aneddoto:
Durante le riprese fotografiche, nello spiegarmi i vari passaggi della realizzazione del corbello, arrivato alla così detta “schiappatura”, cioè alla suddivisione in sfoglie e lamine del legno, mi indica la sua bocca e mi fa notare i suoi incisivi, consumati a scalare e in modo anomalo, per poi spiegarmi che ciò era dovuto al fatto che molti anni fa, non esistendo ancora un utensile specifico per tale lavoro, la suddivisione delle lamine di castagno la faceva con la bocca, utilizzando proprio quei denti.


Roberto Forgiarini – classe ’43 – Impagliatore
Roberto impaglia sedie a Guamo, con straordinaria maestria, dal 1978, dopo un passato da falegname e dopo averne appreso la tecnica da un’anziana signora di una provincia vicina.
Per rivestire una sedia, come quella della foto, Roberto impiega da tre a quattro ore circa e utilizza un particolare tipo di cannuccia proveniente dal Padule di Fucecchio (Fi), chiamata “Sarello”
La sua bottega è un concentrato di meraviglie; appese alle pareti si vedono informazioni utile per il suo lavoro, ricordi del passato, articoli di giornale, ai quali tiene in modo particolare, ma soprattutto attrezzi e utensili per il suo lavoro. Fotografarla è stato come fare un salto nel passato.

Casa Bertolini – Giuncugnano – 2022
In alta Garfagnana non è difficile trovare il granoturco ad asciugare, al tiepido sole autunnale. Siamo nel comune di Giuncugnano, posto ad un’altitudine di 880 metri s.l.m., è il più alto della provincia di Lucca. Il suo territorio è caratterizzato da grandi selve di castagno e ampie vallate adibite sia al pascolo del bestiame sia a piccole coltivazioni di granoturco e farro. Nella foto la vista della dorsale delle Alpi Apuane, catena montuosa situata nel nord-ovest della Toscana, fotografata dal terrazzo dell’abitazione di Bertolini Marino e Lunardi Silvana dove, mi raccontava quest’ultima, è comune trovare ad asciugare il frumento, il mais, noci, castagne ed altri prodotti della terra, esattamente come si fa da moltissime generazioni.

Bertolini Renato – Contadino – classe ’45
I cugini Delma e Renato dall’età di sette anni, seguendo le orme dei propri antenati, sono attenti conoscitori della terra che coltivano e che abitano da una vita. Siamo a Magliano nel comune di Sillano Giuncugnano (Lu) in alta Garfagnana dove il farro è un’istituzione.
Il farro della Garfagnana (biologico per natura) è prodotto dalla popolazione locale ed è coltivato su piccoli appezzamenti, in una fascia altimetrica fra i 300 e i 1.000 m. s.l.m., senza l’impiego di concimi chimici, fitofarmaci e diserbanti: data l’elevata rusticità della pianta, coltivata tradizionalmente, risulta di fatto un prodotto biologico in quanto non attaccato da parassiti.
In alta Garfagnana non è difficile trovare il mais ad asciugare sui terrazzi, al tiepido sole autunnale. Siamo a casa di Bertolini Marino e Lunardi Silvana.

Delma Danti – Contadina – classe ’33
Delma fa la contadina sin dalla tenera età. Siamo a Magliano nel comune di Sillano Giuncugnano (Lu) in alta Garfagnana dove il farro è un’istituzione.
La trebbiatura del farro viene effettuata con apposite macchine, ma in piccoli angoli, meno accessibili, è richiesta ancora la mano dell’uomo.
Nella foto un piccolo campo di circa 5.000 Mq renderà circa 6/7 quitali di pregiato farro della Garfagnana.
Il giorno delle riprese fotografiche ho raccolto la triste testimonianza di un agricoltore al quale i cinghiali, in una sola notte, hanno completamente divorato il raccolto di un intero campo di farro.



L’Arte della Terra
Meri Pieri – Contadina – classe ’37
Meri, conosciuta a Barga (Lu) come “Meri dei Troni” è una donna straordinaria: dinamica, forte, allegra, disponibile, innamorata della sua terra e dei suoi animali ottenendo in cambio di tanta devozione, i lori preziosi frutti.
Fa la contadina sin dalla tenera età e si sposa a 17 anni.
Si alza alle prime luci dell’alba e con la sua “Ape”, dopo averla caricata all’inverosimile di balle di fieno, raggiunge la terra che possiede da una vita e dove vi coltiva farro, uva, noci, castagne, fieno per i sui animali, ortaggi dell’orto e quant’altro la terra può offrire.

La mattina quando Meri arriva sui campi, ad attenderla, ci sono impazienti le sue mucche Cirilla e Tronetta che aspettano la cola-zione a base di fieno e mangime che lei stessa produce, dalla sua terra.
Fino a qualche mese fa Meri possedeva anche un simpatico asinello, Pedro, che purtroppo è venuto a mancare.
Pedro, quando sentiva il rombo del motore dell’Ape, le andava incontro ragliando a più non posso ed era considerato dai bambini di Barga, un vero divo in quanto personaggio nel Presepe vivente.
La buona notizia è che Meri, a breve, ne acquisterà un altro. Indovinate come lo chiamerà?

Maria Maffei – Vassoiatrice – classe ’29
Una vita passata a Pariana a “vassoiare” le castagne dopo la battitura e prima della macinazione che consiste, in sintesi, di eliminare con sorprendente abilità, a colpi e giravolte della “vassoia”, il “ventulacchio” e tutte le altre impurità.
Ha iniziato a farlo da quando aveva solo tredici anni. Abilità tramandata da madre in figlia per generazioni. Tale lavoro, all’epoca, era considerato prettamente femminile per il semplice motivo che per farlo, come già detto, servivano pazienza e molta abilità.
Maria, in un’ora, riusciva a pulire 50 Kg di castagne. La paga negli anni ’70 era di 1.000 lire al giorno. Ha continuato questo lavoro fino alla fine degli anni ’90.
Una curiosità:
Maria, oltre che alle castagne, che era un lavoro stagionale, trasportava con un apposito cesto posizionato sulla testa e che arrivava a pesare anche 50 Kg, la paglia dai campi di Pariana alle cartiere di Cartapaglia di Villa Basilica che si trovavano in valle a circa 5 Km. Come lei vi erano molte altre donne che facevano questo duro e pesante lavoro.
Le cartiere pagavano a queste donne 1 lira ogni chilogrammo di paglia, e di viaggi riuscivano a farne al massimo tre in una giornata di lavoro.

Udilio Cordoni – Mugnaio – classe ’45
Conosciuto da tutti come“Udilio il mugnaio”, macina prevalentemente castagne delle sue selve, così come fecero suo padre, suo nonno e il suo bisnonno. Egli è nato nel suo mulino: il “Mulino delle fredde di Pariana”, la cui forza motrice, per far girare le macine, è ancora alimentata da quella dell’acqua. Con soddisfazione, Udilio racconta che la macina che utilizza tuttora per la farina di castagne, fatta di una pietra particolare, ha una lunga storia fatta di scambi, favori e baratti e risale addirittura al 1700. La produzione della farina è quella classica con l’essiccazione delle castagne nel metato, con la loro pulitura attraverso le classiche “vassoie” e con la molitura tramite macine a pietra.

Michela Panzani classe ’78 Alessandra Panzani classe ’75 Panettieri
Longoio è una piccola frazione del comune di Bagni di Lucca. Ottantuno anime, aria buona e soprattutto buon pane, quello delle sorelle Michela e Alessandra che nel 2017, dopo aver perso il lavoro, si sono messe in gioco, rilevando il forno e affiancando inizialmente il vecchio panettiere.
La produzione, come potete vedere dalle foto, è totalmente artigianale, con cottura rigorosamente a legna. Quando tutti dormono, loro lavorano ed alle prime luci dell’alba, con il loro furgone, consegnano pane e focacce a ristoranti, negozi e market della zona. Soltanto dopo si va a dormire.

Marino Taddeucci – Pasticcere – classe ‘84
L’antica pasticceria Taddeucci a Lucca è una vera e propria istituzione. Fondata da Iacopo Taddeucci nel 1881, con Marino siamo alla quinta generazione di pasticceri che si sono tramandati la ricetta originale del tipico dolce lucchese il “buccellato”, dove il lievito madre è mantenuto in vita da ben 137 anni passando da padre in figlio e ottenendo numerosi riconoscimenti, il più particolare è stato quello della famosa gastronoma e critica del New York Times, Mimi Sheraton, che lo ha inserito nel libro, “i 1000 cibi da mangiare prima di morire”
Marino e conosciuto anche come “Il bomber del buccellato” per aver militato come calciatore per diversi anni, nella squadra professionistica locale.

Monica Chiostri – sfoglina – classe ’82
La sfoglina è storicamente vista come la donna che utilizzando il mattarello e la spianatoia “tira la sfoglia” rigorosamente a mano. Monica è una di queste. Con sorprendente abiltà e maestria realizza ogni mattina i meravigliosi “Tordelli lucchesi”, rigorosamente realizzati a mano, e serviti presso l’antico ristorante di Lucca “La buca di S.Antonio” dove lavora e dove ha imparato il mestiere.

Giuliano Pacini – Chef – classe ’42
Giuliano è chef e contitolare con Franco Barbieri del caratteristico ed antico ristorante La Buca di S.Antonio, in pieno centro storico di Lucca. Fa questo mestiere dall’età di 11 anni, dove alternava la scuola con la cucina, potendo sopratttto contare sull’insegnamento di qualificati chef e cuochi toscani tra i quali Mario Tartaglino, chef del Maestro Giacomo Puccini.
Una curiosità:
Mi raccontava Giuliano che Il tordello lucchese, ora piatto con prodotti rigorosamente di qualità, come la carne, le uova, il pane e le spezie, è nato in realtà con tagli di carni poco nobili, ma soprattutto avanzi che i contadini lucchesi avevano nelle loro case, così da non sprecare nulla.

Gino Carmignani “Fuso” – Viticoltore
classe ’48
Gino è un personaggio! La vendemmia da lui è pura poesia, come il suo vino e l’agriturismo che gestisce, collocato tra i filari della sua vigna.
Se fosse un pittore sarebbe un “Visionario” perché ha una sua personale e originale interpretazione della viticoltura che va oltre ogni schema. “Slowfood“ definisce il suo modo di interpretarla come “una delle più schiette e suggestive visioni del mondo enologico che possa capitare di incontrare di questi tempi”.
Gino è radicato nel territorio di Montecarlo quanto la viticoltura.


Giorgi Sauro – Pastore – classe ’54
Sauro, da Castelvecchio di Compito, fa il pastore dall’età di sei anni. In estate si alza alle ore 5.00, effettua la mungitura e alle 7.30 porta le greggi al pascolo per poi riportarle all’ovile alle 21.00 per la seconda mungitura. Non cena mai prima delle 23.00.
Quando ho chiesto a Sauro se anche il padre ed eventualmente anche il nonno facevano questo mestiere, Sauro con un timido sorriso mi ha risposto:
“Non ho le prove, ma nelle mia famiglia si racconta che molto probabilmente tra i pastori che hanno omaggiato la nascita di Gesù a Betlemme vi sia stato un Giorgi, mio avo”.
Recentemente le sue greggi sono state attaccate da un branco di lupi che hanno abbattuto ben dodici capi. Dal 2018 sono iniziate le razzie nel padule di Castelvecchio e Sauro ne ha subite ben sette.


Ivonne Pellegrini – Allevatrice – classe ’68
Ivonne,unitamente al marito, gestisce una fattoria/latteria a Piazza al Serchio in alta Garfagnana. Possiedono circa quaranta mucche che li vedono impegnati per tutta la giornata, prima nella mungitura, poi nella realizzazione giornaliera di ricotta, formaggi, mozzarelle e derivati vari destinati a mercatini agricoli e negozi di prodotti tipici locali.
Abitualmente la mungitura avviene in modo meccanico, ma può capitare che per far fronte a qualche inconveniente tecnico si debba procedere anche a mano. Ivonne è bravissima anche in questo e Priscilla (la mucca) sembra gradire il tocco delicato delle sue mani.

Cristina Petrucci – Pescatrice – classe ’73
Viareggina doc, con il mare nelle vene e il carnevale nel cuore, Cristina è una delle poche donne che svolge attività alieutica al porto di Viareggio, con la capacità, la forza e il coraggio di sfidare il mare.
Imbarcata sulla motobarca “Ariete”, unitamente a Bicicchi Aldo, gettano le reti alle primissime ore del nuovo giorno per poi ritirarle, selezionare e dividere il pescato e venderlo sia direttamente sulle bancarelle nella darsena Viareggina sia a ristoranti e pescivendoli della zona. Il pescato è vario: seppie, marmore, maruzzelle, pesce serra, cicale di mare e molto altro. Cristina si trova a svolgere, per scelta e per passione, un ruolo considerato da sempre solo maschile, mostrando la falsità del vecchio detto:
“Il mare agli uomini e la terra alle donne”.

Joseph Seck – Pescatore – classe ‘79
Josephprovienedal Senegal. È un pescatore regolare e a contratto, imbarcato su una motonave da pesca del porto di Viareggio.
Fa questo lavoro qui in Italia da circa cinque anni, unitamente ad altri suoi connazionali. Per loro non è un ripiego lavorativo; Joseph, così come gli altri, nascono pescatori sulle splendide coste senegalesi che si affacciano sull’Oceano Atlantico, davanti alle isole di Capo Verde. Il sabato mattina, quando non si pesca, lo dedicano alla riparazione manuale delle reti.
Mi raccontava che in Senegal il settore della pesca è in fortissima crisi a seguito delle pratiche di pesca utilizzate dalle barche cinesi ed europee, che vi pescano in base all’accordo in vigore tra Bruxelles e Dakar. Per molti giovani l’immigrazione verso l’Europa è l’unica alternativa per una vita dignitosa.
La mostra fotografica, svoltasi a Lucca presso il complesso San Micheletto dal 2 al 26 marzo, ha registrato nei 12 giorni di esposizione, la presenza di 1.038 visitatori ed ha ottenuto unanimi consensi da parte della critica e della stampa.
